37 anni.
Sono arrivati due settimane fa. E mi pesano.
Ho deciso di finirla qui? No, per niente. Ho ancora più voglia di spaccare tutto.
Al diavolo le paure e tutto quello che sta succedendo intorno a me… Voglio, anzi devo andare avanti. Approfittare della vita finché si può.
Mai come adesso me ne rendo conto. Sabato sono crollata: ho saputo che mia zia dovrà affrontare un’operazione, una mastectomia. Le hanno trovato tre masse. Tutto questo dopo un anno e mezzo senza mammografie.
Vi rendete conto? Puoi vivere il tuo ultimo anno e mezzo senza nemmeno saperlo.
Ma no, ovviamente non sarà il suo caso. Mia zia è forte. Ce la farà.
E la mia famiglia non permetterà che se ne vada.
Non dopo il lutto di mia madre, quasi per le stesse ragioni.
L’unica differenza è che per mia madre non c’era più scampo. Qui, invece, è diverso.
Ma porca trota… un anno e mezzo.
Il 40% della mia famiglia ha avuto il cancro. E se non è cancro, è diabete. O aneurismi.
Ah, dimenticavo: anche dall’altro lato della famiglia, tra Alzheimer e Parkinson, ci facciamo mancare poco.
Una gioia immensa.
Quindi sì, il lavoro è importante. Ma essere felici lo è di più.
Per questo mi sono comprata una telecamera semi-professionale. Ho ricominciato a scrivere regolarmente, a leggere, a cucinare un sacco di cose — ovviamente senza glutine, sennò finisco in ospedale.
E, nonostante infortuni e shock psicologici, faccio tanto sport. Judo compreso. Anche se ho capito che non sarò mai “al top”, lo accetto. E lascio che le mie manie di perfezionismo si prendano lo spazio che meritano (ma non troppo).
Ho iniziato a filtrare le persone. A filtrarle sul serio. Voglio dedicare tempo solo a chi conta davvero.
Ultimamente ci sono state parecchie litigate e incomprensioni nel gruppo che frequentavo. E non ho più voglia di quelle dinamiche tossiche.
È arrivato il momento.
Il momento di apprezzare, fino in fondo, tutte quelle piccole — ma bellissime — cose.