I ragazzi stanno bene è un film di genere commedia del 2010, diretto da Lisa Cholodenko, con Julianne Moore e Annette Bening.
Uscita al cinema il 11 marzo 2011.
Durata 104 minuti. Distribuito da Lucky Red.
Nic e Jules stanno insieme da anni e sono abituate agli alti e bassi della loro storia d’amore, anche se spesso Jules, che si occupa della casa e ricopre pienamente il ruolo di madre, si sente trascurata da Nic, sempre impegnata nel lavoro. La coppia ha due figli, concepiti in provetta con lo stesso uomo che però i ragazzi non hanno mai conosciuto. La figlia maggiore, Joni, è una studentessa modello, sta per compiere 18 anni e partire per l’università. Suo fratello Laser ha 15 anni e preoccupa le sue mamme, consapevoli di quanto particolare sia gestire un adolescente maschio nell’età dello sviluppo e in apprensione per la sua amicizia con Clay, un coetaneo problematico e in costante cerca di guai. Un giorno Laser chiede a sua sorella di aiutarlo: ha il desiderio di conoscere finalmente il padre naturale e lei, che ha appena raggiunto la maggiore età, può farne richiesta formale. Joni non ne sente il bisogno, ma decide di accontentare il fratello e insieme lo vanno a trovare. Paul, proprietario di un ristorante bio-organico, si rivelerà un tipo decisamente sui generis e ne combinerà di tutti i colori, portando scompiglio in famiglia.
“Lisa Cholodenko ha intrapreso una scommessa insolita nel suo film, narrando la storia di una famiglia con due madri e due figli come una normale vicenda di vita quotidiana. Il suo obiettivo è far dimenticare al pubblico che, nonostante le star di calibro come Julianne Moore e Annette Bening, le protagoniste sono una coppia lesbica, o meglio, una famiglia lesbica. Per raggiungere questo risultato, la regista ha adottato l’approccio di un ‘film di genere’, sviluppando la trama come una commedia matrimoniale tradizionale, con le inevitabili tensioni di una coppia consolidata (presumibilmente insieme da venti anni o più). Queste tensioni si intrecciano con le dinamiche familiari comuni alla disparità professionale. Quello che avrebbe potuto essere un melodramma psicologico sulla figura paterna si trasforma in una sofisticata commedia incentrata sulle differenze di carattere e comportamento delle donne.” (Paolo Mereghetti, ‘Corriere della Sera’, 10 marzo 2011)
“Questo film è un prodigio nel suo genere, senza precedenti. Al di là dei cliché comuni nei film sull’omosessualità, racconta con intelligenza, arguzia, raffinatezza e humor la quotidianità di una famiglia che affronta le sfide della vita di coppia. Acclamato nei festival internazionali e vincitore del Golden Globe, purtroppo è stato trascurato agli Oscar, nonostante le sue candidature (soprattutto per la sceneggiatura e la performance di Annette Bening). Appartiene a quel tipo di cinema che non ci stanca mai. È uno dei migliori film di questi mesi, da vedere e rivedere.” (Anna Maria Pasetti, ‘Il Fatto Quotidiano’, 10 marzo 2011)
“Perché il cinema americano parla a tutto il mondo? Perché affronta conflitti universali – emozioni e sentimenti – e li traduce in gesti, gusti, comportamenti profondamente americani, ma perfettamente messi in scena. ‘I ragazzi stanno bene’ è una storia che funziona altrettanto bene anche in Italia. Il film non si limita a raccontare la storia di una coppia omosessuale, ma ci fa vedere come le coppie gay possano incarnare valori tradizionali e morali. Guardato dalla prospettiva di un paese come il nostro, il film sembra fantascienza. Ma i sentimenti intensi evocati dal film dimostrano che siamo tutti accomunati da esperienze simili. Sia in Italia che in California, da eterosessuali o gay.” (Fabio Ferzetti, ‘Il Messaggero’, 11 marzo 2011)
“Il film ‘I ragazzi stanno bene’ non si occupa di musica o calcio, ma è profondamente radicato nella cultura di Los Angeles, dove è nata la regista Lisa Cholodenko. Nonostante la sua indubbia bravura, Lisa Cholodenko è una regista talvolta dimenticata. Questo film è orgogliosamente omosessuale. ‘I ragazzi stanno bene’ è una commedia divertente e allo stesso tempo seria. Riesce a mostrare una realtà omosessuale in modo aperto, senza stereotipi comuni. I suoi personaggi, e in particolare le due protagoniste cinquantenni, sono rappresentati con grande cura. Il film offre una visione autentica della vita di coppia, affrontando questioni reali come la sessualità, la convivenza e le dinamiche familiari. Julianne Moore e Annette Bening sono due attrici incredibili, che portano a schermo una coppia credibile e affascinante. Mark Ruffalo è perfetto nel ruolo del padre ‘affittato’, interpretando il personaggio con autenticità e profondità. Il film offre un ritratto universale della vita di coppia e delle sfide che essa comporta.” (Alberto Crespi, ‘L’Unità’, 11 marzo 2011)
“‘I ragazzi stanno bene’ è un film intelligente e profondo, che riesce a essere divertente senza scadere nella frivolezza. La sua forza risiede nella rappresentazione autentica delle protagoniste, che sono ritratte nel loro rapporto di coppia, con tutti i suoi alti e bassi, le risate e le difficoltà. Il film mette in luce la complessità delle relazioni familiari e l’importanza della comunicazione in una coppia. Julianne Moore e Annette Bening offrono interpretazioni eccezionali, dando vita a personaggi credibili e coinvolgenti. Il film è un inno all’amore e alla resilienza, mostrando come una famiglia possa affrontare le sfide e le difficoltà insieme.” (Michele Anselmi, ‘Il Riformista’, 11 marzo 2011)
“È un peccato che Lisa Cholodenko, la regista, abbia trasformato una storia che poteva essere insolita e affascinante in un film banale e talvolta ridicolo. Il film è pieno di cliché e situazioni prevedibili, come quando il personaggio di Jules si avvicina in modo esagerato al nuovo ragazzo. Questo film avrebbe funzionato bene anche con una coppia eterosessuale, ma sembra che le due protagoniste siano state scelte solo per aggiungere un tocco di provocazione. Nonostante le quattro nomination agli Oscar, il film è deludente e poco originale. Julianne Moore e Annette Bening sono due ottime attrici, ma il film non riesce a sfruttare appieno il loro talento. La trama è prevedibile e manca di originalità.” (Massimo Bertarelli, ‘Il Giornale’, 11 marzo 2011)