Better Than Chocolate è un film canadese del 1999 che, a oltre due decenni dalla sua uscita, continua a far parlare di sé per il suo approccio aperto e sincero alla tematica LGBTQ+, che lo ha reso una sorta di cult per la comunità queer e per tutti coloro che cercano storie autentiche e liberatorie. Sotto la direzione di Anne Wheeler, questo film ha il coraggio di affrontare temi complessi come l’identità sessuale, l’amore libero e la famiglia, il tutto attraverso una narrazione leggera e coinvolgente, arricchita da momenti di umorismo e spontaneità che sanno catturare il pubblico.
Il titolo del film, Better Than Chocolate, non è solo un richiamo accattivante: vuole rappresentare qualcosa di più profondo e libero, un’esperienza di amore e passione che sfida le convenzioni sociali e abbraccia la libertà di espressione. Al centro della trama ci sono Maggie, una giovane donna interpretata da Karyn Dwyer, e Kim, una pittrice itinerante a cui dà vita Christina Cox. Le due si incontrano per caso, scoprendo presto un’intensa attrazione che sfocia in una storia d’amore travolgente e appassionata.
L’inizio del loro rapporto è tutt’altro che convenzionale. Kim è una donna audace e indipendente, abituata a vivere la propria vita senza compromessi, mentre Maggie sta ancora cercando di trovare la sua strada. Le due donne si trovano a vivere insieme in modo imprevisto quando la madre di Maggie, Lila (interpretata da Wendy Crewson), si trasferisce da lei per un breve periodo. Questo arrangiamento mette alla prova il loro nuovo legame in modo significativo, portando Maggie a confrontarsi con la propria identità e la propria sessualità di fronte alla madre e al resto della sua famiglia.
La convivenza tra Maggie e sua madre diventa una sfida: Lila rappresenta una figura tradizionale, un genitore che non sospetta nemmeno lontanamente la sessualità della figlia e che, nel corso del film, si ritrova a fare i conti con un mondo che non aveva mai immaginato di esplorare. In questo senso, il film utilizza il personaggio di Lila per mostrare il percorso di scoperta e accettazione di un genitore verso un figlio omosessuale, offrendo momenti di tenerezza e di crescita che fanno riflettere su come l’amore familiare possa superare qualsiasi preconcetto.
L’umorismo del film risiede anche nelle situazioni imbarazzanti che si creano quando Lila, all’oscuro della relazione tra Maggie e Kim, tenta di inserirsi nella vita della figlia e nelle sue amicizie senza comprendere del tutto il contesto. Aggiungendo ulteriore complessità alla storia, troviamo un cast di personaggi secondari che rappresentano la comunità LGBTQ+ e che contribuiscono a creare un ambiente vivace e colorato, una vera e propria “famiglia scelta” che sostiene Maggie e Kim nel loro cammino.
Uno dei punti di forza di Better Than Chocolate è la sua capacità di rappresentare l’amore queer in un modo onesto e senza fronzoli, senza scadere negli stereotipi o nei cliché. Il film esplora la sessualità in modo esplicito ma delicato, senza vergogna, dimostrando che l’amore tra due persone dello stesso sesso può essere rappresentato con la stessa normalità e intensità che si vede nei film romantici eterosessuali. La scena d’amore tra Maggie e Kim, audace per i tempi, ha una potenza emozionale che va oltre il semplice aspetto fisico, trasmettendo la sincerità di un legame vero e profondo.
Oltre all’amore e all’accettazione, Better Than Chocolate si concentra anche sul tema della libertà di espressione, un concetto chiave per la comunità queer. Gran parte del film è ambientata in un negozio di libri LGBTQ+ dove Maggie lavora, e questo spazio diventa un punto di incontro per personaggi emarginati dalla società. Nel negozio si svolgono performance di drag queens, letture di testi controversi e altri eventi culturali che permettono alle persone queer di esprimere liberamente la propria identità. Questa ambientazione è più di un semplice luogo fisico: rappresenta un rifugio, un microcosmo di libertà in cui ogni personaggio può sentirsi se stesso.
Il film affronta anche la tematica della censura, un problema che ancora oggi affligge molte persone LGBTQ+. In Better Than Chocolate, il negozio di libri dove lavora Maggie è sotto costante minaccia di chiusura da parte delle autorità locali a causa del contenuto esplicito dei materiali venduti. Questo elemento narrativo è un riflesso delle reali difficoltà che le persone queer hanno dovuto affrontare per ottenere uno spazio di visibilità e di rappresentazione. E, anche se il film non si prende troppo sul serio, lascia comunque un messaggio importante sulla necessità di lottare per i propri diritti e di non scendere a compromessi quando si tratta della propria identità.
Un altro aspetto interessante del film è la colonna sonora, che accompagna perfettamente le vicende e aggiunge profondità alle scene più emotive. La musica, composta da artisti emergenti della scena LGBTQ+, contribuisce a creare l’atmosfera unica di Better Than Chocolate, unendo melodie leggere a brani più intensi che riflettono la complessità delle emozioni dei protagonisti.
In definitiva, Better Than Chocolate non è solo una commedia romantica. È un inno alla libertà di essere se stessi, un invito a vivere l’amore senza paura e a celebrare le diversità. Attraverso l’umorismo e la tenerezza, il film riesce a comunicare l’importanza della comunità e della solidarietà, elementi fondamentali per chiunque abbia mai lottato per affermare la propria identità in un mondo che ancora fatica ad accettare il “diverso”.
Per chi cerca un film che parli d’amore in modo genuino, che sia capace di far ridere e commuovere allo stesso tempo, Better Than Chocolate è una scelta perfetta. E nonostante siano passati molti anni dalla sua uscita, resta un punto di riferimento per chiunque sia interessato al cinema LGBTQ+, ricordandoci che l’amore, indipendentemente da chi lo vive e come lo vive, è sempre meglio del cioccolato.