Agatha e Rio: tra fumo, arte e scintille di magia

Le utime dal diario

La lella
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Lella fin da piccola, ho sempre seguito questo motto: "sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo". Credo che la sessualità e l’identità siano elementi soggettivi, tanto che qualsiasi regola non sarebbe mai quella perfetta. Nessuno di noi è solo una cosa e non esiste una definizione che possa andare bene sia per me che per te. A dire il vero, esiste un’etichetta in cui mi sento perfettamente a mio agio ed è proprio l’essere me stessa, perché è fatta su misura per me, racchiude tutto ciò che sono ed è pronta ad accogliere ciò che sarò.

1932 – Berlino – Nel cuore del movimento Lebensreform

Il profumo di vernice fresca e cera si mescola a quello dei fiori secchi e del legno bruciato, creando un’atmosfera sospesa tra incanto e trasgressione. L’edificio abbandonato, un tempo desolato, è diventato il santuario segreto di artisti e spiriti inquieti, che qui si riuniscono per sfuggire alle ombre di una Berlino divisa tra modernità e decadenza. Le pareti, ricoperte di tele vibranti e simboli esoterici, sembrano pulsare in armonia con le risate e i discorsi appassionati che riempiono l’ambiente.

Al centro della scena, Agatha si erge con un’eleganza innata, avvolta in un leggero mantello sopra un abito di lino morbido. I piedi nudi sfiorano il pavimento come se appartenessero a un’altra dimensione, e i suoi gioielli fatti a mano riflettono la luce del fuoco che danza al ritmo delle ombre.

Un poeta, con una voce profonda e un’aria da eterno bohémien, si avvicina a lei con passo incerto. Una sigaretta artigianale pende dalle sue dita, e l’aroma di hashish precede le sue parole.

“Dovresti provare.” dice, con un tono che vorrebbe essere mistico ma suona più che altro distratto.

Agatha lo fissa, il sopracciglio leggermente sollevato, e poi lascia scorrere lo sguardo su di lui come se fosse una macchia di vernice fuori posto.

“Cosa vuoi, gamberetto?” domanda con una nota di sarcasmo tagliente.

Il poeta non si lascia scoraggiare.

“È hashish. Ti aiuterà a connetterti con la tua magia interiore, sorella.”

“Magia interiore?” ripete Agatha, con un tono così carico di scetticismo che sembra poter incenerire il poveretto. “Come se ne avessi bisogno. Ma immagino che alcuni di voi disperati sì.” Si guarda intorno, gettando occhiate sprezzanti agli altri artisti.

Un lieve brusio si diffonde tra i presenti, ma Agatha, con un gesto distratto, prende la sigaretta, osservandola come fosse un’opera d’arte.

“Vediamo un po’ cosa trovate di tanto affascinante in questa robaccia” mormora, accendendola con una lentezza quasi teatrale.

Le prime boccate la fanno tossire, ma subito una calda sensazione le invade il corpo.

“Oh, che diavolo è questo?” esclama, sorpresa. “Pensavo fosse… come dire… meno intrigante.” Un sorriso le si allarga sulle labbra, e inizia a ridere, un suono cristallino che riempie lo spazio.

Si alza con un’energia improvvisa, il suo abito che vortica intorno a lei come una nube eterea. “Guardatemi, sono la regina degli artisti!” proclama, ballando in cerchio. Gli altri iniziano ad applaudire, divertiti, mentre lei si gode l’attenzione.

Ma poi la sua espressione cambia. Si ferma, il volto illuminato da una luce più seria, e si rivolge al piccolo pubblico radunato intorno a lei.

“Ma davvero, arte e magia non sono forse la stessa cosa? Voi… voi siete… limitati,” dice, piegandosi per studiare i volti degli artisti che la osservano in silenzio. “Tanto talento sprecato nell’ignoranza.”

Un’altra risata le sfugge, ma questa volta la risposta è più contenuta. Un’artista, una giovane donna che Agatha sospetta essere una strega, alza lo sguardo e si permette di ribattere.

“Non siamo così ignoranti, signorina Agatha.”

Rio, seduta a gambe incrociate tra palette di colori e candele spente, alza finalmente la testa. Osserva la scena con interesse, gli occhi scintillanti di divertimento. Fino a quel momento aveva sopportato la serata con la pazienza di chi fa da chaperon controvoglia, ma ora la situazione sembra promettere un pizzico di intrigo.

Agatha solleva un sopracciglio, un sorrisetto sprezzante sulle labbra.

“Davvero? Dimostralo.”

La giovane non si tira indietro.

“L’onore è suo, visto che è l’ospite.”

Agatha sorride, con un’aria che mescola curiosità e sfida.

“Molto bene, ragazza. Ma ti avverto: non tollero mediocrità.”

Un silenzio carico di tensione cala sulla stanza, mentre gli altri osservano con interesse. La giovane artista si alza, avvicinandosi a un tavolo ingombro di oggetti. Tra pennelli e amuleti, sceglie una pietra scintillante e inizia a intonare un canto sottile, quasi impercettibile.

Rio si sporge leggermente, incuriosita.

“Pensi che sappia quello che sta facendo?” sussurra, la voce bassa ma chiaramente divertita.

“Lo scopriremo,” risponde Agatha, con un sorriso che tradisce un’inconfessabile eccitazione.

La pietra, nelle mani della giovane, inizia a brillare debolmente. Un’onda di energia attraversa la stanza, e per un momento tutti trattengono il respiro. Ma poi la luce si spegne, lasciando solo il buio e un lieve odore di ozono nell’aria.

“Non male,” concede Agatha, anche se il suo tono è carico di condiscendenza. “Ma è evidente che ti manca ancora molta pratica.”

La giovane sembra pronta a rispondere, ma Rio si alza, interrompendo l’interazione.

“Forse è abbastanza per questa sera,” dice, con un tono che non ammette repliche.

Agatha la guarda, un misto di irritazione e gratitudine nei suoi occhi. “Sei sempre tu a far finire la festa, Rio.”

Rio sorride leggermente, scuotendo la testa. “E tu sei sempre pronta a superare i limiti, Agatha. Ma sai cosa? È proprio questo che mi fa restare qui accanto a te.”

Con un sospiro teatrale, Agatha si avvolge nel suo mantello. “Forse un giorno capirai che i limiti sono fatti per essere infranti, non rispettati.”

“E forse un giorno capirai che alcuni limiti ci proteggono, non ci imprigionano.”

Le loro voci si spengono mentre lasciano l’edificio, lasciando dietro di sé una stanza carica di tensione e curiosità irrisolta. Agatha si volta per un’ultima occhiata, un sorriso enigmatico sulle labbra. Anche in mezzo al caos, sa che c’è qualcosa di magico nell’imprevedibilità della serata, qualcosa che vale la pena esplorare.

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