Ci sono film che parlano d’amore e poi ci sono film che smontano l’idea stessa dell’amore romantico per ricostruirlo in qualcosa di più vero, più profondo, più incasinato. “The Half of It” (2020), scritto e diretto da Alice Wu, rientra proprio in questa seconda categoria.
La trama ruota attorno a Ellie Chu (interpretata da Leah Lewis), una ragazza timida e brillante che vive in una piccola cittadina americana, Squahamish, e guadagna qualche soldo scrivendo saggi per i suoi compagni di scuola. Un giorno, Paul Munsky (Daniel Diemer), un atleta dal cuore grande ma dalle doti oratorie piuttosto discutibili, la ingaggia per scrivere lettere d’amore a Aster Flores (Alexxis Lemire), la ragazza di cui è innamorato. Solo che c’è un piccolo dettaglio: Ellie è segretamente innamorata di Aster.
Quello che parte come un semplice lavoretto si trasforma ben presto in qualcosa di molto più complesso: Ellie si trova a scrivere non solo parole per Paul, ma anche per se stessa, rivelando in quelle lettere emozioni che non oserebbe mai confessare a voce. Nel frattempo, tra lei e Paul si sviluppa un’amicizia genuina e inaspettata, dimostrando che l’amore ha molte forme e che l’intimità può esistere anche laddove non c’è attrazione romantica.
“The Half of It” non è un film sulla conquista. Non si tratta di una storia in cui un personaggio combatte per avere l’amore dell’altro e alla fine tutto si risolve in un bacio sotto la pioggia. No, Alice Wu ci porta in un territorio più realistico: quello in cui i sentimenti sono complicati, le persone non sempre riescono a dire ciò che provano e, soprattutto, l’amore non si risolve magicamente.
Ellie non si dichiara ad Aster in modo plateale, Paul non diventa improvvisamente un poeta, e Aster non ha una rivelazione fulminea sulla sua sessualità. Il film si chiude in un modo che lascia aperte molte possibilità, proprio come nella vita reale, ma con la certezza che ogni personaggio ha imparato qualcosa di importante su se stesso.
A livello tematico, “The Half of It” parla di crescita personale, del senso di appartenenza e della difficoltà di accettare i propri sentimenti. Ellie non solo deve fare i conti con la sua identità sessuale, ma anche con il peso di essere la figlia di un immigrato cinese, in una comunità che la vede come un’outsider.
Paul, dal canto suo, scopre che l’amore non è solo attrazione fisica e che il legame che ha con Ellie è prezioso anche senza una componente romantica. Aster, invece, si trova divisa tra le aspettative della sua famiglia e la sua voglia di essere qualcosa di più di una “ragazza da cartolina”.
Uno degli aspetti più belli di “The Half of It” è il modo in cui celebra le differenze e la varietà delle relazioni umane. Non esiste solo l’amore romantico: ci sono le amicizie, i legami familiari, il rispetto reciproco tra persone che apparentemente non hanno nulla in comune. In un panorama cinematografico spesso dominato da storie d’amore eteronormative e da relazioni “da manuale”, questo film offre un respiro di freschezza.
Visivamente, il film è semplice ma efficace. La regia di Alice Wu predilige inquadrature intime, soffermandosi sui dettagli più significativi: uno sguardo rubato, un sorriso accennato, un silenzio carico di significato. La colonna sonora accompagna con delicatezza la narrazione, enfatizzando i momenti di introspezione senza mai risultare invadente.
“The Half of It” non è solo un film romantico, ma un racconto di formazione, di amicizia e di accettazione di sé. Un’opera che dimostra che l’amore può presentarsi in mille forme diverse e che non sempre la felicità è dove ci aspettiamo di trovarla. Se cercate una storia che parli di emozioni reali, senza forzature e con una delicatezza fuori dal comune, questo è il film che fa per voi.