Si è sempre alla ricerca di ciò che può renderci felici, che si tratti di una storia d’amore, di una passione o della compagnia di un semplice animale. Ma cosa ci spinge veramente a ricercare la felicità? Siamo nati per vivere in società o in totale solitudine?
Probabilmente non sono che scelte di vita individuali, dettate dalle proprie storie e decisioni ponderate o istintive. Quale sia il nostro scopo nella vita, è ignoto. Tutti i grandi hanno ipotizzato varie tesi su come trascorrere una vita dignitosa e, a volte, immortale. Il senso della vita. Come diceva Inayat Khan, beato colui che ha trovato nella vita lo scopo della propria esistenza. Sappiate, però, che non tutto è rosa e fiori.
Essere belli e intelligenti a volte non è che una dannazione: ebbene si, non ci si accontenta mai, si pretende troppo, si cerca l’impossibile. D’altro canto, è divertente il fatto che, chi abbia, in apparenza, di meno, voglia essere proprio come queste persone, anche se non ci si rende conto che, in realtà, sono proprio queste le più infelici. Essere belli, essere popolari, è una maledizione. Si, come lo stesso Dorian Gray. Il fuoco indurisce tutto ciò che non distrugge. Però è pure vero che al giorno d’oggi molta gente muore per una certa invasione di buon senso e scopre solo quando è troppo tardi che le sole cose che non si rimpiangono sono le pazzie. Allora, chi è che dice la verità? Chi ha ragione? Meglio la gloria immortale dopo aver susseguito grandi imprese, oppure vivere una vita senza nessun tipo di rimpianto? Personalmente, opterei per entrambe. Si può sia vivere nella grandezza che vivere di impulsi. L’umanità si prende troppo sul serio. È il peccato originale del mondo. Se l’uomo delle caverne avesse saputo ridere, la Storia avrebbe avuto un corso diverso. E l’altra faccia della medaglia: C’è un solo e unico scopo nella vita: testimoniare e comprendere per quanto possibile la complessità del mondo, la sua bellezza, i suoi misteri, i suoi interrogativi. Più si cerca di capire, più s’indaga, e più si apprezza la vita e ci si sente in pace col mondo. È questa la sostanza della vita. Tutto il resto si riduce a vacui passatempi. Se un’attività non si basa sull’amore o sulla conoscenza, non ha alcun valore. […] Ci si può chiedere perché bisogna amare e imparare o perché sarebbe questo lo scopo della vita: voglio dire, come mai è stato deciso fare solo queste cose e con la massima dedizione? Una domanda stupida non importa perché sia così. È così: lo scopo della vita è amare ed imparare. (Anne Rice)
Dunque, amore e conoscenza. Quest’ultima, però, non è che un fatto di volontà, mentre l’amore risulta una vera e propria impresa. Oggi come oggi, nel 2013, siamo incatenatati da valori inconcepibili, immorali e decadenti. Non c’è più la volontà di lottare per la persona che si ama: è troppo semplice voltare pagina.
Si, non tutto è rosa e fiori, l’amore non è che un vago ricordo del passato. La nostra società non permette più di amare nel vero senso della parola.
Decadimento.