Quando la notte ti parla: l’incontro con la Signora

Le utime dal diario

La lella
La lellahttps://www.diariodiunalella.it
Lella fin da piccola, ho sempre seguito questo motto: "sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo". Credo che la sessualità e l’identità siano elementi soggettivi, tanto che qualsiasi regola non sarebbe mai quella perfetta. Nessuno di noi è solo una cosa e non esiste una definizione che possa andare bene sia per me che per te. A dire il vero, esiste un’etichetta in cui mi sento perfettamente a mio agio ed è proprio l’essere me stessa, perché è fatta su misura per me, racchiude tutto ciò che sono ed è pronta ad accogliere ciò che sarò.

Ci sono notti che sembrano uscite da un romanzo gotico, dove il confine tra realtà e immaginazione si fa talmente sottile da sembrare irreale. Stanotte, per esempio, il sipario del normale si è sollevato per lasciar spazio a un’esperienza che, sinceramente, avrei preferito saltare a piè pari. Ma la Signora non era dello stesso avviso.

Mi sveglio alle 02:45, un orario che già di per sé fa venire i brividi. Non so se sia stata una vescica particolarmente capricciosa o quel famoso “qualcuno” a cui piace svegliarmi quando tutto tace, ma mi alzo per andare in bagno. Una di quelle passeggiate notturne fatte a occhi semichiusi, dove il massimo dell’interazione umana è evitare di sbattere contro i mobili. Tornata a letto, penso ingenuamente che basti chiudere gli occhi per riprendere il filo dei sogni. Ah, beata illusione.

Mi metto comoda, avvolta dal calore delle coperte, e mi preparo al dolce abbraccio del sonno. Invece, sento qualcosa. Non un rumore, non un movimento, ma un peso. Pesante, schiacciante, come se qualcuno fosse salito sul mio petto. Provo a muovermi, ma nulla. Neanche un dito. E gli occhi? Bloccati, serrati, come se una forza esterna mi stesse impedendo di aprirli. Sono sveglia, ne sono certa, eppure sono completamente immobilizzata.

Poi, arriva la voce. Non una voce qualunque, ma quella che ti entra dentro e ti congela il sangue. “Non aprire gli occhi, deve passare la Signora.” La Signora? Quale Signora? Nel mio cervello parte una sfilata di ipotesi: una vecchia zia dimenticata? Un fantasma gentile che si è perso per strada? O peggio? Non faccio in tempo a decidere che cado in un sonno così profondo da sembrare irreale. E lì, in quel brevissimo spazio di tempo, la vedo.

Alta, magra, con lunghi capelli che le cadono lungo la schiena. La Signora attraversa la cucina con passo leggero, quasi impercettibile, per poi sparire verso il corridoio. Non dice nulla, non guarda indietro, ma la sua presenza è talmente intensa che riesce a riempire l’intera stanza. È un’immagine che dura forse trenta secondi, ma sembra infinita. E poi, puff, il nulla.

Mi risveglio di colpo, il cuore che batte come un tamburo in un concerto heavy metal. La prima cosa che faccio è controllare gli animali. Sono lì, sereni, inconsapevoli di tutto quello che è appena successo. E io? Io sono un mix di emozioni: spaventata, confusa, con una leggera punta di curiosità. Mai successo niente di simile prima d’ora. Ma cosa diavolo è successo?

Ripenso alla voce, a quel “non aprire gli occhi” detto con una calma disarmante. E alla Signora, ovviamente. Non riesco a togliermela dalla testa. Chi era? Cosa voleva? E perché ha scelto proprio me, a quell’ora assurda, in una notte qualsiasi? Sarò onesta: l’idea di avere un’inquilina ectoplasmatica non mi entusiasma, soprattutto se decide di palesarsi in piena notte. Però c’è qualcosa di stranamente poetico in tutto questo. La Signora non sembrava minacciosa, solo… di passaggio.

Certo, l’esperienza mi ha lasciato con più domande che risposte. È stato un episodio di paralisi del sonno? Un sogno particolarmente vivido? Oppure, e qui arriva il colpo di scena, una vera apparizione? Non sono un’esperta di fenomeni paranormali, ma una cosa è certa: quella notte non era come le altre.

La mia mente, nel tentativo disperato di razionalizzare, si aggrappa a tutto: scienza, spiritualità, cultura pop. Forse il vento che ululava fuori ha contribuito a creare l’atmosfera perfetta per un’esperienza del genere. O forse, più semplicemente, era solo il mio subconscio che cercava di dirmi qualcosa. Qualcosa che non posso ignorare.

Da allora, ogni volta che sento un rumore strano in casa, non posso fare a meno di pensare a lei. Non che abbia intenzione di invitarla per un tè o qualcosa del genere, ma se mai dovesse tornare, spero almeno che porti qualche spiegazione. Perché, diciamocelo, svegliarsi nel cuore della notte con una voce che ti sussurra di non aprire gli occhi non è proprio la mia idea di serata ideale.

E voi? Avete mai incontrato la vostra “Signora”?

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Le ultime dal blog

Altri articoli che potrebbero interessarti

- Advertisement -spot_img