Ricordo che ero su un ascensore, pronta a prendere il primo treno per Roma. Non ricordo da dove partissi. Penso che fosse un ambiente universitario. O almeno ipotizzo.
“Hai un biglietto in più?” Mi chiede una ragazza.
“No, mi dispiace. Prova al distributore, il treno non è ancora arrivato, potresti fare in tempo.“
“Perfetto grazie mille.”
Che strana questa tipa.
Il viaggio fu relativamente corto, perché in un battibaleno ero già arrivata a destinazione.
Ero dentro casa, l’ultima dove ho vissuto con i miei genitori.
Mia madre era li, di fronte a me, ed era indaffarata con le faccende.
“Sono felice che tu sia tornata, immagino che non abbia mangiato correttamente. Vedrai, ora potrai riprendere un po’ di forze.”
Fa sempre strano rivederla, anche nei sogni. Forse perché ne ho sofferto cosi’ tanto, della sua perdita, che il sol pensarci scatena forti emozioni.
“Si, effettivamente non era un granché. Grazie.”
“Bene, poi preparati, che prima di andare al conservatorio dobbiamo passare al bar per prendere un caffè. La tua FIAT Panda è pronta davanti al garage.”
Non capisco né il rapporto del conservatorio, o del caffè. Forse perché erano i luoghi dove abbiamo condiviso più momenti insieme. Il caffè, era una tradizione. Ogni giorno andavano al bar a prenderci un ginseng o un ristretto. Il conservatorio, beh, è il mio passato, e se sono riuscita a cantare per una decina d’anni è stato grazie a mia madre che mi ha sostenuta. Invece la FIAT Panda è stata la mia prima macchina, ma proprio il vecchio MA vecchio modello. Nonostante tutto ricordo questa auto con enorme affetto… ci ho fatto praticamente DI TUTTO. Ahah che risate e che bei ricordi!
E’ mattina, realmente mattina, e mi sveglio perché la mia gatta vuole un po’ di coccole. L’accontento e poi mi riaddormento.
Sono a Roma, a piazza del popolo insieme a mia madre.
“Bene ora devo fare qualche giro, ci vediamo all’uscita del conservatorio.”
Se ne va via, sempre allegra e spensierata. Probabilmente è cosi’ che voglio ricordarmela.