Sotto lo spettacolo delle stelle: riflessioni notturne e frammenti di meraviglia

Le utime dal diario

La lella
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Lella fin da piccola, ho sempre seguito questo motto: "sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo". Credo che la sessualità e l’identità siano elementi soggettivi, tanto che qualsiasi regola non sarebbe mai quella perfetta. Nessuno di noi è solo una cosa e non esiste una definizione che possa andare bene sia per me che per te. A dire il vero, esiste un’etichetta in cui mi sento perfettamente a mio agio ed è proprio l’essere me stessa, perché è fatta su misura per me, racchiude tutto ciò che sono ed è pronta ad accogliere ciò che sarò.

Tutte le sere, quando il cielo si tinge di nero e si spalanca il sipario della notte, le stelle iniziano il loro spettacolo. È uno spettacolo che ha luogo da secoli, anzi, da millenni. Le stelle si accendono come attori pronti a esibirsi su un palcoscenico infinito, creando trame e intrecci che sembrano usciti da un film di fantascienza: eroi con superpoteri, creature mitologiche che sfidano l’immaginazione e storie d’amore così epiche da far impallidire qualsiasi telenovela.

Eppure, nonostante la meraviglia che dovrebbero suscitare, è strano come la maggior parte delle persone le consideri un semplice sfondo per le proprie vite, un po’ come un tappeto di stelle che guardiamo di sfuggita quando ci sentiamo persi o magari semplicemente quando Instagram è troppo lento a caricare. Non è colpa nostra, però. Cresciamo con questo spettacolo continuo sopra le nostre teste, e come tutto ciò che ci viene dato “gratis”, finiamo per darlo per scontato. Forse, come diceva il buon vecchio Seneca, se le stelle fossero visibili solo da un punto specifico del pianeta, saremmo disposti a fare chilometri per poterle ammirare. Ma tanto sappiamo che basta alzare lo sguardo, quindi, perché ignorarle?

A dire il vero, però, le stelle hanno sempre rappresentato qualcosa di più grande. Non solo una luce lontana nel cielo, ma la promessa di un mistero irrisolto. Quante notti abbiamo passato a chiedere: “Cosa c’è là fuori?” Perché sì, da bambini siamo affascinati dalle stelle, dai loro segreti. Poi, crescendo, accantoniamo un po’ queste domande, o magari ci vergogniamo persino di porle. Eppure, quella curiosità di fondo resta. Non possiamo farne a meno: ogni tanto, mentre siamo in terrazza a fumare o in riva al mare, torniamo a perderci in quei punti luminosi, magari senza nemmeno saperlo.

Io, per esempio, ho sempre pensato che le stelle avessero molto più da dire di quanto ci insegnano nei libri di scuola. Già, i libri. Chi non ricorda quelle lezioni noiose in cui l’insegnante spiegava le costellazioni con lo stesso entusiasmo con cui si parla delle tasse da pagare? Ed è un peccato, perché la mitologia che si cela dietro quei puntini luminosi è ricca di storie straordinarie. Eroi come Ercole, Andromeda, Orione… storie di mostri, di divinità capricciose e di avventure che ci riportano indietro nel tempo, quando l’uomo cercava di dare un senso al mondo attraverso i miti. Ma niente, sui banchi di scuola persino il mito di Pegaso perde il suo fascino e diventa una mera informazione da imparare per l’interrogazione.

Eppure, ammettiamolo, una volta usciti da quelle aule, la nostra relazione con le stelle si fa di nuovo più personale. Guardiamo il cielo non solo per orientarci, ma per cercare risposte, ispirazione, o semplicemente conforto. Quante volte, nelle notti insonni, alziamo gli occhi e cerchiamo in quel cielo infinito una sorta di ordine o di pace? O magari speriamo in una stella cadente per esprimere un desiderio (anche se poi non sappiamo mai quale formulare, vero?). Insomma, quel manto nero cosparso di luci non è solo un dipinto silenzioso, è una finestra aperta su qualcosa di più profondo.

E ci penso spesso, sai? L’idea che quelle stesse stelle siano state osservate da civiltà antiche, che abbiano visto amori nascere e morire, guerre combattere e leggende prendere vita. È come se fossimo connessi a qualcosa di eterno, una sorta di pellicola infinita in cui siamo solo piccoli protagonisti di passaggio. Ogni stella potrebbe raccontare milioni di storie, se solo potessimo ascoltarle. E invece noi, con i piedi ben saldi sulla Terra, continuiamo a vivere le nostre vite senza accorgerci che sopra di noi, ogni notte, si sta mettendo in scena uno spettacolo che non ha mai avuto bisogno di un copione scritto.

Forse è questo il bello, no? L’idea che, nonostante tutti i progressi, le conquiste tecnologiche, le app per osservare il cielo notturno (che, tra l’altro, trovo geniali), ci sia ancora qualcosa di misterioso e fuori dalla nostra portata. Perché, diciamocelo, per quanto la scienza ci abbia spiegato cosa sono le stelle, il loro fascino resta intatto. È la magia dell’universo che ci ricorda quanto siamo piccoli e, al contempo, ci fa sentire parte di qualcosa di immensamente più grande.

E allora, la prossima volta che ti senti perso, che non trovi la tua strada, o semplicemente hai bisogno di staccare dalla frenesia del quotidiano, prova a fare un respiro profondo e alza gli occhi. Le stelle sono lì, non solo come spettatrici silenziose delle nostre vite, ma anche come compagne che, senza dire una parola, ci ricordano che l’universo è molto più vasto di quanto possiamo immaginare.

Chissà, magari, in una di quelle notti, sotto quel cielo stellato, troverai la risposta che cerchi, o forse, ancora meglio, capirai che non hai bisogno di nessuna risposta. Forse basta semplicemente godersi lo spettacolo e lasciarsi guidare dalla meraviglia.

E in fondo, non è questo il segreto della felicità?

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