Sulle Onde dell’inclusione: il movimento saffico surfistico a New York

Le utime dal diario

La lella
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Lella fin da piccola, ho sempre seguito questo motto: "sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo". Credo che la sessualità e l’identità siano elementi soggettivi, tanto che qualsiasi regola non sarebbe mai quella perfetta. Nessuno di noi è solo una cosa e non esiste una definizione che possa andare bene sia per me che per te. A dire il vero, esiste un’etichetta in cui mi sento perfettamente a mio agio ed è proprio l’essere me stessa, perché è fatta su misura per me, racchiude tutto ciò che sono ed è pronta ad accogliere ciò che sarò.

Quando si pensa a New York City, l’ultima cosa che viene in mente è una scena di surf. Eppure, in questo mosaico urbano di cemento e acciaio, c’è uno spazio inaspettato che sta prendendo forma: il movimento del surf saffico. Immagina una spiaggia di Rockaway, con un gruppo di giovani donne che ridono, vestite di costumi colorati e mute, pronte ad affrontare le onde. Un gruppo di persone che non solo condivide la passione per il surf, ma anche una forte identità LGBTQIA+.

Nonostante la sua frenesia, New York ha sempre saputo riservare delle sorprese, e questa scena è una di quelle. Ogni domenica, un pezzo della spiaggia di Rockaway diventa un rifugio per un gruppo di surfiste LGBTQIA+, che si riuniscono sotto una bandiera lesbica che sventola fiera al vento. Lo scenario sembra quasi surreale: tavole da surf colorate sparse sulla sabbia, musica che suona da qualche altoparlante improvvisato e quella sensazione di appartenenza che solo una comunità unita può creare. Benvenuti nel mondo del Sapphic Surf.

Il club è stato fondato da due giovani donne, Julia Wess e Añes Ollivier-Yamin, che nel luglio dello scorso anno hanno dato vita a questa iniziativa. Era nato tutto per gioco, un post su Lex, un’app popolare nella comunità queer, per vedere se qualcuno fosse interessato a unirsi a loro per un’uscita in mare. Nessuno si aspettava che sarebbe diventato il primo surf club fondato da donne lesbiche a New York. Eppure, da quel primo incontro in cui erano presenti solo otto ragazze, il gruppo è cresciuto in modo esponenziale, fino a raggiungere 900 follower su Instagram e una partecipazione attiva di decine di persone ogni settimana.

Le statistiche dimostrano che non è semplice per le donne inserirsi nel mondo del surf. Un’indagine del 2021 di Surfing Victoria ha rivelato che quasi la metà delle donne e delle ragazze si sente insicura nell’acqua a causa dell’atteggiamento aggressivo degli uomini e della mancanza di altre donne con cui condividere l’esperienza. Per non parlare della quasi totale assenza di rappresentazione LGBTQIA+ nel mondo del surf. Le fondatrici di Sapphic Surf hanno deciso di cambiare le regole del gioco, creando uno spazio sicuro e accogliente dove ogni donna queer può sentirsi a proprio agio nell’affrontare le onde, cadere, rialzarsi e, soprattutto, divertirsi.

C’è qualcosa di magico nel vedere un gruppo di donne queer che prende possesso del mare, rompendo i limiti imposti dalla società e dalle convenzioni. Ogni domenica, Julia e Añes guidano il gruppo attraverso sessioni di stretching e yoga sulla sabbia, seguite da lezioni di sicurezza prima di affrontare le onde. Ma ciò che rende il surf saffico davvero speciale non è solo l’aspetto tecnico: è la comunità. È il calore e l’incoraggiamento che si sente in ogni risata, in ogni consiglio sussurrato tra un’onda e l’altra. E non importa se sei una surfista esperta o una principiante che non ha mai messo piede su una tavola: tutti sono benvenuti.

Julia, cresciuta nel Maryland e abituata al mare sin da piccola, sa bene quanto possa essere difficile per una donna navigare in un mondo dominato dagli uomini. Ha iniziato a surfare all’età di 13 anni, partecipando a competizioni e viaggiando lungo la costa est degli Stati Uniti. Ma anche con la sua esperienza, Julia non ha mai perso di vista l’importanza di creare spazi inclusivi per le altre donne, in particolare per quelle della comunità queer. Añes, d’altra parte, ha trovato il suo amore per il surf solo di recente. Cresciuta negli Emirati Arabi Uniti, aveva sempre sognato di diventare una surfista, ma era solo un sogno lontano, alimentato da film come Blue Crush e immagini viste nei negozi di abbigliamento. Solo nel 2021, durante un’estate passata a Rockaway, ha finalmente preso la tavola e ha affrontato il mare. E da quel momento, non si è più fermata.

Ciò che distingue davvero il surf saffico da altri gruppi di surf è l’energia inclusiva che lo permea. Il termine “sapphic” non è stato scelto a caso. È un omaggio alla comunità lesbica, ma anche un invito a tutte le persone non-binarie e transgender che si identificano come queer. Come dice Añes, “finché c’è rispetto, chiunque è il benvenuto”. Non c’è spazio per l’arroganza o l’esclusività in questo gruppo. È un luogo in cui ci si sostiene a vicenda, dove si celebra ogni piccola vittoria e dove si abbraccia l’errore come parte del processo di crescita.

La crescita esponenziale di Sapphic Surf non è stata solo una sorpresa per Julia e Añes, ma anche per la comunità di Rockaway. L’inclusione delle donne nel mondo del surf è un fenomeno relativamente recente, con il World Surfing League che solo nel 2019 ha iniziato a offrire premi in denaro uguali per uomini e donne. Nel 2022, le donne hanno potuto competere per la prima volta accanto agli uomini in uno dei più importanti eventi di surf al mondo, il Vans Pipe Masters. Ma mentre la scena del surf continua a progredire verso l’inclusione, c’è ancora molto da fare. Ecco perché iniziative come Sapphic Surf sono così importanti: offrono un esempio tangibile di come lo sport possa diventare uno spazio sicuro e accogliente per tutte le persone, indipendentemente dalla loro identità di genere o orientamento sessuale.

Ma al di là delle onde e delle tavole da surf, Sapphic Surf è una testimonianza del potere della comunità queer. È un promemoria che, anche in un mondo ancora pieno di sfide e barriere, ci sono spazi dove possiamo essere noi stessi, senza paura di giudizi o discriminazioni. E mentre il gruppo continua a crescere, Julia e Añes sperano di mantenere vivo quello spirito di inclusività e sostegno reciproco che ha caratterizzato il loro viaggio fin dall’inizio.

E forse, in fondo, questo è ciò che rende il surf saffico così speciale. Non si tratta solo di cavalcare onde o di migliorare la propria tecnica. Si tratta di creare un legame, con il mare, con se stessi e con gli altri. Si tratta di sfidare non solo le onde, ma anche le aspettative della società, e di farlo insieme, mano nella mano, una tavola alla volta.

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