Vortice di cambiamenti

Le utime dal diario

La lella
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Lella fin da piccola, ho sempre seguito questo motto: "sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo". Credo che la sessualità e l’identità siano elementi soggettivi, tanto che qualsiasi regola non sarebbe mai quella perfetta. Nessuno di noi è solo una cosa e non esiste una definizione che possa andare bene sia per me che per te. A dire il vero, esiste un’etichetta in cui mi sento perfettamente a mio agio ed è proprio l’essere me stessa, perché è fatta su misura per me, racchiude tutto ciò che sono ed è pronta ad accogliere ciò che sarò.

Rieccomi in piscina. Un tuffo e tutto cambia: sono libera. Prima odiavo così tanto l’acqua, invece ora sento che mi culla e che placa tutta la mia rabbia. Oramai la location è stata scoperta, e mi sono inevitabilmente abbronzata. Non so perché tutto ciò mi faccia tanto pensare al manga “Peach Girl”. Ricordo che la protagonista odiava l’abbronzatura – in Giappone era ritenuta poco elegante per una donna – e che metteva di continuo creme ad alta protezione per non colorarsi ulteriormente. D’altro canto, non penso averne bisogno per quanto sia bianca, visto e considerato che al massimo raggiungo una tintarella dorata.

Bene, questo mese sono stati tanti i cambiamenti, sotto ogni punto di vista, lavorativo, di salute, personale e, infine, ma non di minor valore, mentale. In un certo qual modo quest’anno mi ero creata la mia gabbia personale, il mio scudo protettivo dalla musica. La odiavo, e l’amavo allo stesso tempo. Ora, sto capendo che potrebbe continuare, inevitabilmente, a far sempre parte di me: ho smesso di fuggire, d’ora in poi l’affronterò. Ho trovato il coraggio per andare avanti, e tutto grazie al contratto arrivato a casa legato a sette teatri francesi/europei, il sogno di mia madre. Penso che sia stata lei a mandarmi quest’opportunità, son quasi certa che sia un suo modo per dirmi “non arrenderti, insegui il tuo sogno”. Si, stavo gettando la spugna, e per sempre. Invece ecco che lei ritorna, puntualmente, anche se non fa più parte di questa terra, e mi sprona a dare sempre il meglio. Fu grazie a lei che iniziai a cantare, e fu grazie a lei che continuai. Durante l’adolescenza passai un momento veramente difficile e le provò veramente tutte per farmi stare meglio, finché non capì che il mio modo di “guarire” non era che quello di comunicare attraverso le note. Si. Per questo la famosa frase che scrisse prima di morire: “Nous chanterons toujours ensemble.” Questa volta, ce la farò. Si, con un repertorio diverso, ma più convinta, e, soprattutto, senza la persona sbagliata accanto. Infatti, Cassandra mi aveva sempre limitata, incatenata e sminuita. Ma ecco che arriva una persona totalmente nuova e genuina, che, stranamente, ha tirato in poco tempo il meglio di me. Quello che non rimane in dubbio, è che devo iniziare a contare unicamente sulle mie forze, non posso più pensare di vivere un rapporto e usarlo come valvola di sfogo per qualsiasi problema, ormai sono cresciuta. Inutile intraprendere strade che non fanno per me, anche se, indubbiamente, con la mia costanza e perseveranza riuscirei davvero a fare tutto. Purtroppo, a malincuore, perché non mi consentirà di avere una vita “normale”.

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